Fabio Bitocchi
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Samuele Bertolasio è il vincitore della categoria 1000 cc all’OCTO CUP il Campionato italiano di motociclismo dedicato a piloti con disabilità.
Questa è la sua storia

Samuele, 27 anni.
La moto ce l’ha nel sangue all’età di 5 anni, anno più anno meno.
Sono prima i Go Kart, poi le moto da cross e poi a circa 11 anni la moto da strada e così quasi per gioco inizia la corsa. Un amore dettato dal fatto che per Samuele la moto è una vera e propria terapia “scacciaguai”, una botta di adrenalina che lo aiuta a non pensare a nulla se non alla pista!
Una passione che si trasmette dall’entusiasmo dei suoi occhi, ma anche dal tatuaggio 58, il numero inconfondibile del grande SIC, uno dei suoi miti!
Grazie Samuele per essere qui, ti va di raccontarci un po’ la tua storia?
Ho iniziato a correre con la 125.
È stato il regalo di compleanno della mia mamma: prima volta in pista dove, senza nemmeno farlo apposta, ho trovato come istruttori Lorenzo Zanetti e Luca Pedersoli. Passate alcune giornate di test ho cominciato a correre nel Campionato italiano 125. Qualche anno dopo sono stato selezionato per il Team Italia, ma dopo diverse difficoltà ho dovuto ritirarmi.
Qui è cominciato un periodo davvero buio: non ho toccato una moto per circa 9 anni, ma grazie al mio manager Riccardo Chiesura e al team RCM ho ricominciato a correre per i Di.Di. E’ a tutte queste persone che va davvero la mia più sentita gratitudine.
Il primo anno sono sceso in pista per il campionato italiano con una Kawasaki 600 e l’ho vinto. Il secondo anno ho gareggiato con l’R6 non solo per l’italiano, ma anche per il campionato europeo vincendoli entrambi. Quest’anno è l’anno del 1000!
L’italiano l’ho portato a casa ora staremo a vedere cosa succederà con il campionato europeo di metà ottobre a Jerez.

Tu appartieni alla categoria delle disabilità minori, detta anche Leisser Impared? Cosa significa?
Esatto, io ho un problema congenito alla mano sinistra, mi mancano 4 dita. Sono nato così, non lo sono diventato.
Questo da un certo punto di vista lo ritengo una fortuna, una disabilità più “facile” da gestire rispetto ad una disabilità dovuta ad un’incidente improvviso. Sono sempre stato abituato a fare le cose in modo diverso e con la calma e la pratica riesco a fare tutto.
Ammiro tantissimo i miei colleghi per la forza che dimostrano tutti i giorni, è una cosa indescrivibile dalla quale tutti dovremmo imparare. Stare con loro è una scuola quotidiana.
Quando spesso ci lamentiamo o ci arrabbiamo perché non riusciamo a fare qualcosa, ecco dovremmo ragionare come loro e mai abbatterci. Un esempio di valore per quella che per me è una vera e propria famiglia.
Ci vogliamo bene, ridiamo sopra le nostre difficoltà e le nostre mancanze come se tutto fosse normale. Non ci prendiamo sul serio, questo è il grande valore aggiunto!
Come sono stati i 9 anni in cui sei stato fermo con la moto?
Brutti.
Brutti perché la moto mi regala emozioni che non so spiegare fino in fondo. La moto è la mia valvola di sfogo: mi libera la testa, anche se ammetto che non è sempre facile.
Serve tanta concentrazione unita al fatto che il mio lavoro mi porta via tanto tempo (Samuele è proprietario di un locale) e non mi permette di concentrami al 100%.

L’altro problema che subisco molto è la paura di cadere. La paura non solo del danno fisico, ma anche del danno alla moto stessa che, senza sponsor di una certa consistenza, diventerebbe un onere spesso insostenibile.
Quando mi metto il casco sono un’altra persona. Tornare sulla moto dopo 9 anni di buio mi ha fatto rinascere nel vero senso della parola.
Come riesci ad unire il lavoro alla moto?
Non è facile. Il lavoro mi impegna davvero tanto essendo mia l’attività.
Incastro la palestra, la corsa e le corse tra un buco di tempo e l’altro. Nei weekend di gara mi aiuta la mia ragazza che gestisce i miei turni e i miei genitori che mi sostengono quotidianamente, sebbene abbiano sempre paura che mi succeda qualcosa.
Quelle poche volte che mi vengono a vedere sono terrorizzati, ma felici perché io lo sono!
I 5 minuti prima della gara cosa succede dentro di te?
Si crea qualcosa che è troppo forte anche per me! Certe volte ne traggo beneficio, ma allo stesso non troppo.
Spesso questa forte carica anziché darmi la giusta spinta, mi fa entrare in uno stato di forte stress e mi fa avere troppa paura di sbagliare.
Mi dico che devo andare in pista e fare bene, ma poi ho ansia di scivolare e di fare qualcosa che non devo, come quella di rovinare la moto e di dovermi ritirare.

Ti aspettavi di vincere?
Per l’europeo a Le Mans non me l’aspettavo.
Cosa diversa in Belgio: ero davvero carico a mille, ci credevo e ci ho creduto fino alla fine anche se ho avuto dei problemi alla moto.
Nella classifica sono primo di due punti quindi la partita è aperta per tutti! Ce la giochiamo fino all’ultimo! Per questo la concentrazione dovrà essere altissima!
Per quel che riguarda il campionato italiano ero molto fiducioso, ma fare 3 podi di fila non l’avrei mai detto. Come si dice “non c’è due senza tre”, il terzo era obbligatorio!

La vittoria per me è uno sprono! Mi da voglia di fare ancora di più, mi da quella carica che mi fa cercare la vittoria ancora, ancora e ancora. Mi aiuta a fare ancora meglio, inutile negarlo sono un tipo competitivo.
La soddisfazione di vincere la sento, ne ho bisogno, ma non è mai competizione cattiva. Come dicevo siamo una famiglia, siamo un gruppo e deve essere così.
Quali sono i traguardi che vorresti raggiungere?
Il problema è un po’ la mancanza di budget, vado un passo alla volta.
Non mi manca la voglia di fare e le potenzialità, quindi quello che vorrei sarebbe poter aver la possibilità di fare ancora qualcosa in più.
Se tu avessi 30 secondi in mondovisione per lanciare un messaggio al mondo, cosa diresti?
(Silenzio sorridente e confuso n.d.r)
Vorrei ringraziare di cuore tutte le persone che mi sono accanto e che mi permettono di fare ciò che amo, ma non solo userei anche questo tempo per lanciare un messaggio a papabili sponsor! Ehi voi sono qui!!
Dopo una bella risata su quella che è davvero una strategia di marketing non banale, del resto siamo in mondovisione, salutiamo Samuele nella speranza di poterlo vedere nuovamente sul podio del Campionato Europeo!
Forza Samuele avanti tutta!!!
