I piloti ‘speciali’ (quelli che corrono in pista con una disabilità: paraplegici, amputati, plessolesi) sono arrivati qui per una gara in cui vincere non è solo salire sul podio, ma superare un limite più grande: quello del buon senso comune che, da disabile, ti vorrebbe lontano, molto lontano da una moto, da uno sport adrenalinico, dalle piste.
Eppure loro sono qui.
C’è Alex Innocenti, paraplegico, che ha deciso di partecipare alla gara nonostante i segni recenti della caduta rovinosa ai test di Magny Cours, quando era stato centrato in pieno da un altro pilota.
E niente, qui al Mugello, alle prove, spacca il motore ai primi giri del turno.
Tutto dice che questa non sia la sua annata.
Affranto, si ritira nel bilico del suo meccanico, Gigi Scassa.
Cercano una soluzione, ma trovare un motore per la MV675, così su due piedi (!!!) non è affatto semplice.
E poi c’è Omar Bortolacelli, altro pilota Di.Di.
Lui al Mugello non ci sarebbe andato per questa gara. E’ paraplegico, come Alex. E alle moto hanno le stesse modifiche. Secondo Omar
Aiutare un altro pilota, ma soprattutto un amico, nel momento del bisogno, riassume il senso di avere questo sport nel cuore.
E così basta una telefonata a riaccendere la luce negli occhi di tutti.
La moto di Omar è a disposizione di Alex.
Stefano Pareschi, meccanico di altri piloti Di.Di., decide subito di mettersi in viaggio col suo furgone per andare a recuperare la moto di Omar e portarla in pista! E quando ritorna, PUNTO MOTO Corse ha già smontato la moto di Alex per montare la sua elettronica su quella di Omar.
Sarà una lunga notte per queste persone speciali, ma domani in moto con Alex saranno in tanti! Omar, Gigi, Mauro, Stefano…
Quello che sappiamo è che i nostri piloti non sono soltanto degli eroi nelle loro vite ma anche nelle vite degli altri. La solidarietà, l’amicizia, la tenerezza che si respira nei paddock è impagabile.
Aiutarsi, offrire “pezzi di sé” all’altro, se serve.
E’ così che si fa in una famiglia, vero?
Voi riuscite ad aggiungere altro?
Noi no.